Set 29, 2018 | Insonnia
Disturbo del sonno: la cura senza farmaci
Breve intervista per parlare di un problema, il disturbo del sonno, che colpisce sempre più la popolazione, con numeri in continuo aumento.
Indipendetemente da ciò che può aver inizialmente causato l’insonnia la sfiducia appresa nella propria capacità di dormire è uno dei principali fattori che alimentano e perpetuano il problema.
I pazienti prima di arrivare in terapia normalmente hanno provato diverse soluzioni, tra cui i farmaci ipnoinducenti. Farmaci che hanno effetto nell’insonnia da adattamento, ma nullo nel disturbo del sonno cronico. A causa dell’assefuazione si perde infatti l’effetto ipnotico. Nonostante la perdita di efficacia si assiste ad una dipendenza da farmaco molto diffusa e a una forte resistenza alla rinuncia dello stesso per paura di peggiorare ulteriormente.
Il trattamento prevede un iniziale momento di valutazione basata su indicatori di durata, intensità e frequenza del disturbo del sonno. Individuata la specifica problematica legata al sonno si procede con l’intervento attraverso l’integrazione di diverse tecniche cognitive-comportamentali. Queste tecniche hanno l’obiettivo di smontare quelle tentate soluzioni che hanno portato la persona a peggiorare anzichè migliorare la qualità del sonno ed ad interrompere il cirolo vizioso dell’insonnia.
Esempio di circolo vizioso dell’insonnia:
- Stesi a letto in uno stato di veglia, con l’arrivo di pensieri intrusivi (ad es. non riuscirò a dormire)
- Percezione e conferma di essere incapace di addormentarsi
- Arousal emotivo: rabbia, frustrazione
- Ansia e tensione per le conseguenze del giorno dopo (non riuscirò a concentrarmi, starò male tutto il giorno, …)
- Ulteriore tensione fisica, emotiva e cognitiva che riporta al punto 1
Importante dunque intervenire sul sistema percettivo della persona, come vive il momento di approcciarsi al sonno e sui comportamenti notturni.
Ago 6, 2018 | Benessere, Insonnia, Lavoro, Salute, Stress
Insonnia: come curarla in tempi brevi
Il sonno è un bisogno primario che condividiamo con tutti gli essere viventi, è necessario per un ristoro mentale e fisico, aiuta a favorire il consolidamento dei ricordi e favorisce l’apprendimento e un benessere psicofisico generale. Tuttavia l’incapacità di dormire di notte è uno dei disturbi più frequenti. Viene stimato che 1 adulto su 10 soffre di Insonnia Cronica, mentre 3 su 10 di insonnia sporadica. Nonostante questa alta diffusione i dati nazionali e internazionali mostrano che l’insonnia è in genere trascurata e maltrattata dai medici e in primis dai pazienti, che spesso imparano a convivere con questo disturbo con rassegnazione.
Al sonno sono legate molte credenze. Ad esempio è condivisa l’idea che per un buon sonno siano necessarie almeno 8 ore. Delle recenti ricerche hanno dimostrato che un sonno di cattiva qualità è dato non tanto dalla sua durata piuttosto dalla frammentarietà dello stesso.
Altra falsa credenza è il beneficio nell’uso del farmaco ipnoinducente per il disturbo di insonnia cronica, per il quale invece è innapropriato. Si assiste ad autoprescrizioni e a continui somministrazioni nonostare l’inefficacia sul disturbo. Tali farmaci infatti hanno utilità laddove ci sia un’insonnia sporadica, e prima che essa diventi cronica.
Insonnia: di cosa si tratta
L’insonnia, letteralmente “mancanza di sonno”, comporta una persistenza di una difficoltà di inizio, durata, mantenimento o qualità del sonno anche quando la persona avrebbe l’opportunità di poter dormire adeguatamente. Si può parlare di insonnia se il disturbo è frequente e si patisce da un tempo superiore al mese. I sintomi che si riscontrano si dividono in: .
- Sintomi notturni: difficoltà di addormentamento/mantenimento del sonno, sonno leggero e sonno disturbato e non ristorativo, interruzioni notturne
- Sintomi diurni: sonnolenza, difficoltà di concentrazione, calo del tono dell’umore, irritabilità, difficoltà sociali/occupazionali o in altre aree importanti di funzionamento della persona
Principalmente le persone lamentano una difficoltà di addormentamento (periodo superiore alla mezz’ora), risvegli notturni frequenti e/o risvegli fortemente anticipati rispetto alla sveglia programmata.
Trattamento: Protocollo psicologico CBT-I
L’intervento cognitivo comportamentale prevede una prima fase diagnostica (2/3 colloqui) per valutare se il disturno deriva prevalentemente da cattive abitudini comportamentali o stili di vita malsani, piuttosto che da un controllo cognitivo e pensieri disturbanti. In questa fase si escludono eventuali insorgenze di natura organica che richiedono cure specifiche e mirate alla causa organica primaria.
Il trattamento, di massimo 5 colloqui, vedrà la prescrizione di tecniche comportamentali e/o cognitive che andranno a rompere schemi disfunzionali di approccio al sonno che la persona ha attuato nei mesi/anni di sofferenza.
Gli effetti del trattamento:
- miglioramento della qualità del sonno (durata, continuità ed efficienza)
- riduzione del disagio emotivo, cognitivo e sociale che caratterizzava la fase diurna
- ripristinare il senso di controllabilità del proprio sonn
- eliminare l’abuso e dipendenza dei farmaci ipnotici
Sonia Schettino – Psicologa Psicoterapeuta – Studio di Psicologia Rovereto
Lug 9, 2018 | Famiglia, Ragazzi
Arriva l’estate e le vacanze tanto attese per tutti i ragazzi.
Ma per alcuni di loro estate non vuol dire solo ‘spensieratezza‘
Alcuni vivono il lungo periodo estivo come un momento di difficoltà, specialmente per coloro che hanno i genitori separati o divorziati.
Organizzare infatti spostamenti, orari, combinare le vacanze di uno e dell’altra è fonte di disagio che portano i figli a subirne le conseguenze.
Purtroppo da queste situazioni non facili, nascono ulteriori scontri e momenti di tensione, che i giovani vivono con un certo senso di colpa.
Spesso l’accordo viene trovato attraverso atti formali tra le parti e magari con l’intervento dell’avvocato. Questi rimedi sulla carta sembrerebbero funzionare ma spesso ci si ritrova dal giudice per una mancanza di comunicazione o una disattenzione.
Inoltre immaginare una pianificazione a tavolino risulta poi di difficile applicazione con gli impegni professionali dei genitori. Se da una parte può essere una soluzione diventa l’ennesimo motivo di ansia e di stress. Ed allora si procede con mille espedienti, nonni, zii e amici che diventano immediatamente custodi dei figli che vengono così sballottati da una parte all’altra senza un programma definitivo.
Peggio ancora se restano soli con tutti problemi che ne conseguono. Queste situazioni portano ad un grave disagio per i ragazzi che viene certamente sommato ad eventuali crisi dovute all’età adolescenziale.
Per approfondimenti leggi anche il nostro post sui ragazzi soli d’estate
Giu 27, 2018 | Famiglia, Ragazzi
I bravi genitori contro la “cattiva scuola”
Ascoltare le nostre nonne, le nostre mamme, raccontare della scuola ci porta in un mondo lontano, in una cultura completamente diversa. Un film in bianco e nero che narra del Maestro, del Professore, figura rispettata forse al pari del medico, a cui rivolgersi con riverenza.
Oggi il film è a colori: continue riforme, condizioni di precarietà degli insegnanti, lo stato di degrado degli edifici, una scuola lenta e non innovativa. La scuola ha perso il suo ruolo istituzionale. Inesorabile è il processo di svalorizzazione dell’insegnante.
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Mag 18, 2018 | Famiglia, Ragazzi
L’estate è il periodo a lungo sognato da bambini ed adolescenti per tutto l’anno scolastico ma per molti è l’inizio di un lungo periodo nel quale vengono abbandonati a loro stessi a causa di genitori al lavoro e nonni sempre più indaffarati.
La mancanza di un’attività programmata e in luoghi “protetti” genera, soprattutto negli adolescenti, un comportamento di chiusura in se stessi e molti si nascondono dietro PC o smartphone nei quali credono di trovare un buon rifugio. Questo mondo parallelo invece, nasconde molte insidie come si può leggere ormai quotidianamente nei fatti di cronaca. Per questo va mantenuto un livello d’allarme sempre maggiore ed anche molti enti preposti, vedi Telefono Azzurro, hanno attivato sistemi di comunicazione sempre più vicini ai giovani anche attraverso i social network per evitare la solitudine dei ragazzi.
Può sembrare strano un circa un quarto delle segnalazioni di emergenza che arrivano a Enti o forze dell’ordine arrivano nei tre mesi estivi.
Quali sono le segnalazioni più diffuse?
- abusi
- scomparsa
- solitudine
- problemi sentimentali
- problematiche sessuali
Per tutti questi motivi Telefono Azzurro ha elaborato le 5 S per arginare i pericoli dell’estate.
Spazi – vanno recuperati e valorizzati spazi di gioco, di dialogo e di lettura come alternativa a TV e internet
Socializzare – ritrovare momenti da trascorrere all’aria aperta momenti di divertimento di apprendimento
Stabilire – stabilire regole come le ore da dedicare a Tv, pc e videogiochi
Software – adottare strumenti di software di Parental Control per difendersi “tecnologicamente” da possibili insidie
Social Network – passare del tempo con loro su internet e sui social per capire da cosa sono attratti e cosa evitano, può essere l’occasione per conoscerli di più, educandoli nei comportamenti sul web avendo anche atteggiamenti critici su ciò che trovano.
Stiamo vicini ai ragazzi soprattutto in estate
Apr 4, 2018 | Sport
Mental Training Sportivo per Migliorare le Prestazioni
Si avvicinano le Olimpiadi ed un argomento di discussione piuttosto interessante è come gli atleti riescano a raggiungere determinati obiettivi sportivi.
Ovviamente duro allenamento ed una preparazione meticolosa sono la base di ogni atleta che pratica ad altissimi livelli, ma si sottovaluta l’altra metà del nostro mondo: il potere della mente che permette, soprattutto quando il corpo inizia ad opporre resistenza, di ‘manipolare’ il nostro corpo.
Non stiamo parlando di poteri ma di consapevolezze che si raggiungono grazie al Mental Training Sportivo per migliorare le prestazioni; ma come funziona e a cosa serve il Mental Training? (altro…)
Mar 29, 2018 | Benessere, Famiglia, Ragazzi, Salute
L’ AUTOSTIMA NEL BAMBINO si sviluppa fin dai primi giorni, e quotidianamente si aggiunge un mattoncino all’immagine che il bambino, futuro adulto, avrà di sé. Conoscere il concetto di autostima, sapere come si sviluppa, e quali comportamenti adottare può essere d’aiuto per i GENITORI ad accompagnare i figli verso uno sano sviluppo della percezione di sé.
L’autostima deriva dai SENTIMENTI DEL BAMBINO NEI CONFRONTI DI SE STESSO, ed è basata sulla combinazione di:
- Informazioni oggettive riguardo a se stesso
- Valutazione soggettiva d quelle informazioni
Se il bambino ritiene che essere bravi a scuola riveste un alto valore, ed è un bambino che è sotto la media la sua AUTOSTIMA NE SOFFRIRÀ. Se attribuisce valore alle prestazioni atletiche, ed è un buon sportivo allora si sentirà appagato ed avrà una buona percezione di se stesso.
Quali sono gli ambiti in cui il bambino costruisce la propria autostima?
I bambini tendenzialmente frequentano gli stessi contesti come la scuola, la palestra, il parco e le cose a cui danno valore tendono a essere simili. Possiamo dire che un bambino possiede una buona autostima:
- Sociale quando gli altri bambini lo trovano simpatico, lo chiamano a giocare, apprezzano le sue idee
- Scolastica se sente di essere “bravo quanto basta” in base agli standard delle persone vicine (miglior amico, genitori, fratelli, …)
- Familiare se sente di essere un membro accettato, amato, stimato
- Immagine corporea se ha una buona visione del proprio corpo e si sente capace nelle performance
- Globale dove esiste un’integrazione equilibrata delle precedenti
UN’AUTOSTIMA GLOBALE POSITIVA È CONNESSA AD UN FUNZIONAMENTO PERSONALE PIÙ FELICE E PIÙ EFFICACE
Quali sono i comportamenti derivanti da una bassa autostima?
- Ritiro il bambino si isola, ed evita le relazioni interpersonali che inevitabilmente gli restituiscono un’immagine negativa di sé
- Lotta atteggiamento artificioso in cui disperatamente cerca di essere all’altezza
Entrambe queste soluzioni alla lunga portano ad un peggioramento dell’autostima. Nel primo caso il bambino non impara strategie per migliorarsi nei diversi ambiti, piuttosto impara ad arrendersi di fronte alle difficoltà, a nascondersi e a cercare di fare il minimo indispensabile richiesto dall’ambiente circostante. Nella lotta, senza adottare strategie di miglioramento efficaci, il bambino sarà sottoposto a continue delusioni, sensazioni di fallimento, che andranno a rinforzare maggiormente la percezione di un sé difettoso, incapace.
AUTOSTIMA NEL BAMBINO: CONSIGLI PRATICI
LA PROFEZIA CHE SI AUTOAVVERA
Le persone sviluppano un’idea del sé in base a come sono trattati o visti dagli altri. Così un bambino a cui si dice che è cattivo o di cui ci si accorge solo quando ci si comporta male finirà per vedersi come un bambino cattivo. I bambini, se hanno questa idea di sé inizieranno a comportarsi sempre con maggior frequenza in coerenza al proprio concetto del sé provocando negli altri dei feedback che vanno ad avvalorare ulteriormente questa immagine.
- COMPITO DEL GENITORE È SAPER PROPORRE COMPORTAMENTI ALTERNATIVI ADEGUATI: UN BAMBINO CHE RIESCE A RENDERE IL PROPRIO COMPORTAMENTO SOCIALMENTE ACCETTABILE E APPROPRIATO RICEVERÀ MAGGIORE APPROVAZIONE E AUMENTARÀ LA PROPRIA AUTOSTIMA
GENITORI PERMISSIVI
Genitori che anche di fronte al trasgredire delle regole non si impongono, che lasciano i bambini comportarsi in modi non adeguati, INCAPACI DI DIRE NO perché non in grado di gestire le reazioni del proprio figlio. Questo atteggiamento non permette al bambino di sviluppare un autocontrollo del proprio comportamento. Imparare a dirigere il proprio comportamento è invece una parte fondamentale dello sviluppo del bambino.
- COMPITO DEL GENITORE È DUNQUE IMPARTIRE UN’EDUCAZIONE AUTOREVOLE, CON LIMITI CHIARI, COERENTI E APPROPRIATI ALL’ETÀ: UN BAMBINO CAPACE DI GOVERNARE LE PROPRIE ATTIVITÀ E LE PROPRIE ESPRESSIONI EMOZIONALI PUÒ SENTIRSI PIU COMPETENTE
GENITORI TROPPO PRESENTI
Ognuno di noi si trova continuamente a risolvere dei problemi, dai più banali a quelli di maggiore complessità. Anche i bambini si trovano tutti i giorni di fronte a problemi. Tuttavia sempre più spesso si assiste, per un eccesso di protezione, a genitori che si sostituiscono ai figli nel risolvere i problemi, siano essi compiti scolastici o problemi relazionali con i coetanei. Questo atteggiamento ha un duplice messaggio: TI AIUTO PERCHÉ TI VOGLIO BENE, TI AIUTO PERCHÉ DA SOLO NON SEI IN GRADO. Questo secondo messaggio svalorizza il bambino e il suo senso di efficacia.
Acquisire un METODO per risolvere i problemi ha i suoi vantaggi:
– i bambini che hanno imparato l’uso sistematico di strategie per risolvere problemi TENDONO A FRONTEGGIARE MEGLIO LO STRESS E LE FRUSTRAZIONI
– in adolescenza la probabilità di incorrere in COMPORTAMENTI ANTISOCIALI O DEVIANTI si riduce
– MIGLIORA L’AUTOSTIMA
- COMPITO DEL GENITORE È ACCOMPAGNARE IL BAMBINO ALLA SCOPERTA DI SOLUZIONI, INSEGNARE AI BAMBINI LE STRATEGIE PER RISOLVERE I PROBLEMI, SENZA SOSTITUIRSI A LORO: UN BAMBINO IN GRADO DI RISOLVERE DA SOLO LE DIVERSE SFIDE QUOTIDIANE TENDE A FRONTEGGIARE MEGLIO LO STRESS E LE FRUSTRAZIONI, MIGLIORA LA PROPRIA AUTOSTIMA E RIDUCE LA PROBABILITÀ DI INCORRERE IN COMPORTAMENTI ANTISOCIALI E DEVIANTI
La stima di sé è il contenuto più profondo della vita umana – Sándor Márai
Set 5, 2017 | Lavoro, Stress
Consigli Antistress sul Lavoro? Prova questi!
Perchè è così importante parlare di stress da lavoro correlato?
Probabilmente perchè passiamo la maggior parte della nostra giornata sul posto di lavoro. Questo chiaramente definisce quanto sia importante vivere una condizione lavorativa che sia quanto più possibile serena e piacevole, indipendentemente dal tipo di lavoro che si svolge.
Immaginiamo se siamo costretti a vivere uno stress da lavoro correlato ogni giorno: abbiamo già parlato di sindrome da Burnout in questo post e di come i danni da stress causano effetti negativi sulla nostra salute (leggi questo post).
Prima di arrivare a vivere questo, vediamo dei consigli antistress sul lavoro che possiamo applicare subito! (altro…)
Apr 29, 2017 | Benessere, Famiglia, Lavoro, Salute, Stress
Consiglio Antistress: Rallentare!!
Avete mai provato a dire ad un amico, collega, partner di rallentare? Se avete la fortuna di trovare la persona di buon umore la risposta sarà: e come faccio? magari! Se di cattivo umore sarete raggelati da uno sguardo fulminante. L’uomo ha perso la sua attività istintiva, l’attenzione verso il circuito emotivo e la capacità di discernere le priorità.
Corriamo per una mera gestione delle urgenze, tutto è incalzante, tutto è urgente, non si ha il tempo di preoccuparsi dell’altro.
Ci aspettiamo sempre di più dalla vita, siamo sempre più impazienti, e paradossalmente non abbiamo il tempo di gioire per ciò che abbiamo, viviamo in una realtà logorante, in un trance urbana.
Eppure rallentare si può! Ecco alcuni consigli:
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Mar 9, 2017 | Benessere, Lavoro, Salute
Autostima, come migliorarla in tempi brevi
Non è possibile alcuna cura o miglioramento del mondo se prima l’individuo non interviene su se stesso (Jung)
Credere in noi stessi è fondamentale per il nostro successo, nel lavoro e nella vita, e per il nostro benessere. L’autostima è il modo in cui ognuno di noi si percepisce nel mondo e con gli altri, come ci vediamo e cosa pensiamo di noi.
Questo pilastro però è spesso vacillante: la svalutazione è un processo che si insinua presto nella vita e più ci si inoltra nel cammino e più si stratificano le problematiche legate al cattivo pensiero del sé. Questo perché il rapporto con l’altro può essere fonte di tensioni, equivoci, frustrazioni, stress e insicurezze.
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