Molte persone passano la loro vita andando a letto quando non hanno sonno ed alzandosi quando ce l’hanno

Cindy Adams

Sonia Schettino

Curare l’insonnia

Il sonno è un bisogno primario che condividiamo con tutti gli essere viventi,  è necessario per un ristoro mentale e fisico, aiuta a favorire il consolidamento dei ricordi e favorisce l’apprendimento e un benessere psicofisico generale. Tuttavia l’incapacità di dormire di notte è uno dei disturbi più frequenti. Viene stimato che 1 adulto su 10 soffre di Insonnia Cronica, mentre 3 su 10 di insonnia sporadica. Nonostante questa alta diffusione i dati nazionali e internazionali mostrano che l’insonnia è in genere trascurata e maltrattata dai medici e in primis dai pazienti, che spesso imparano a convivere con questo disturbo con rassegnazione.

Al sonno sono legate molte credenze. Ad esempio è condivisa l’idea che per un buon sonno siano necessarie almeno 8 ore. Delle recenti ricerche hanno dimostrato che un sonno di cattiva qualità è dato non tanto dalla sua durata piuttosto dalla frammentarietà dello stesso.

Altra falsa credenza è il beneficio nell’uso del farmaco ipnoinducente per il disturbo di insonnia cronica, per il quale invece è inappropriato. Si assiste ad autoprescrizioni e a continui somministrazioni nonostante l’inefficacia sul disturbo. Tali farmaci infatti hanno utilità laddove ci sia un’insonnia sporadica, e prima che essa diventi cronica.

Insonnia: di cosa si tratta

L’insonnia, letteralmente “mancanza di sonno”, comporta una persistenza di una difficoltà di inizio, durata, mantenimento o qualità del sonno anche quando la persona avrebbe l’opportunità di poter dormire adeguatamente. Si può parlare di insonnia se il disturbo è frequente e si patisce da un tempo superiore al mese. I sintomi che si riscontrano si dividono in: .

  • Sintomi notturni: difficoltà di addormentamento/mantenimento del sonno, sonno leggero e sonno disturbato e non ristorativo, interruzioni notturne
  • Sintomi diurni: sonnolenza, difficoltà di concentrazione, calo del tono dell’umore, irritabilità, difficoltà sociali/occupazionali o in altre aree importanti di funzionamento della persona

Principalmente le persone lamentano una difficoltà di addormentamento (periodo superiore alla mezz’ora), risvegli notturni frequenti e/o risvegli fortemente anticipati rispetto alla sveglia programmata.

L’intervento valuta in primis se il disturbo deriva prevalentemente da cattive abitudini comportamentali o stili di vita malsani, piuttosto che da un controllo cognitivo e pensieri disturbanti. In questa fase si escludono eventuali insorgenze di natura organica che richiedono cure specifiche e mirate alla causa organica primaria.

Il trattamento è volto a rompere schemi disfunzionali di approccio al sonno che la persona ha attuato nei mesi/anni di sofferenza.

Gli effetti del trattamento:

  • miglioramento della qualità del sonno (durata, continuità ed efficienza)
  • riduzione del disagio emotivo, cognitivo e sociale che caratterizzava la fase diurna
  • ripristinare il senso di controllabilità del proprio sonno
  • eliminare l’abuso e dipendenza dei farmaci ipnotici